L’Italia al centro dei piani di sviluppo di Whirlpool EMEA
|Il quartiere generale di Whirlpool EMEA si trasferisce da Comerio (VA) negli ex uffici di Expo a Pero. Trasferimento che coincide con un meeting focalizzato sull’attrattività del Sistema Italia, sulle sue sfide, opportunità e prospettive promosso proprio dalla multinazionale che adesso nelle Marche è di casa!
“L’Italia è al centro dei nostri piani di sviluppo a livello EMEA”, ha commentato Esther Berrozpe Galindo, Presidente Whirlpool EMEA. “Qui coltiviamo e investiamo su talento, know how e creatività al servizio dell’innovazione e della qualità. Sentiamo la responsabilità di farci promotori di crescita e nuove opportunità per far superare al Paese i gap ancora esistenti e renderlo più competitivo nel mercato globale. Un impegno che in occasione di #ItalyMatters ha ricevuto l’apprezzamento e il sostegno delle Istituzioni e di alcune delle aziende più attive nel Paese”.
“Siamo fieri di essere ad oggi l’unica multinazionale con un Quartier generale regionale in Italia e siamo convinti che la nostra scelta, consolidata nel corso degli ultimi 28 anni, sarà presto seguita da altri grandi gruppi internazionali” ha proseguito il Presidente di Whirlpool EMEA. “D’altronde qui in Italia abbiamo sempre trovato terreno fertile per implementare i nostri piani di sviluppo, da ultimo in occasione degli impegni assunti nel luglio 2015 insieme alle Istituzioni e alle Parti sociali, un piano di investimenti per oltre 500 milioni di Euro che saranno realizzati entro il 2018.”
Il dibattito ha preso spunto dalla presentazione dell’Indice della globalizzazione sviluppato dall’Istituto Bruno Leoni, che ha analizzato il grado di apertura agli scambi dei Paesi del G20 e dell’UE, misurandone in modalità comparativa negli ultimi 20 anni le correlazioni con i principali indicatori di crescita del Paese.
L’evento è stato organizzato da Whirlpool in collaborazione con Assolombarda e American Chamber of Commerce in Italy. Sono intervenuti Gianfelice Rocca, Presidente di Assolombarda, Michele Scannavini, Presidente di ITA (Italian Trade Agency), Simone Crolla, Consigliere Delegato American Chamber of Commerce in Italy, Cristina Tajani, Assessore alle Politiche del Lavoro, Attività Produttive, Commercio e Risorse Umane del Comune di Milano, Enrico Cereda, Amministratore Delegato di IBM Italia, Cristina Scocchia, Presidente e Amministratore Delegato di L’Oréal e Carlo Purassanta, Amministratore Delegato Microsoft Italia.
Tre i macro-indicatori rilevati: l’esposizione dei Paesi agli scambi globali; la capacità di attrarre o generare investimenti diretti esteri; il grado di connettività e la loro partecipazione ai mercati mondiali della conoscenza.
“Misurare il grado di apertura alla globalizzazione è importante perché l’internazionalizzazione degli scambi è oggetto di una divaricazione tra percezione e realtà”. ha commentato S. Sileoni, Vice-Direttore Generale Generale Istituto Bruno Leoni. “Infatti, sebbene l’opinione pubblica in molti paesi si sia orientata in senso ostile alla globalizzazione, l’evidenza suggerisce che la partecipazione ai mercati globali sia un fattore di crescita, occupazione ed equità”.
Per lo Studio IBL, l’indice realizzato per Whirlpool dall’Istituto Bruno Leoni, nel 2015 è l’Irlanda ad occupare la posizione di vertice della “classifica”, seguita da Malta e Danimarca, affermandosi così come campione della globalizzazione.
L’Italia si colloca al 17° posto, preceduta dalle grandi economie europee: Regno Unito (6°), Germania (7°), Francia (9°), Spagna (13°). L’indice è guidato da economie “piccole” che sono generalmente più propense a integrarsi con l’estero per superare i limiti di un mercato interno non in grado da solo di produrre molti dei beni e servizi richiesti dai consumatori. Questo è tanto più vero per quegli Stati che hanno assunto negli anni le caratteristiche di snodo finanziario come, appunto, Malta.
Nel 1994, primo anno preso in considerazione dall’Indice, il grande Paese più globalizzato del mondo erano gli Stati Uniti, al settimo posto della classifica (sceso al 14° nel 2015).
Per quanto riguarda le grandi nazioni europee – Francia, Germania e Regno Unito – avevano lo stesso indice, leggermente superiore all’Italia.
La redazione di Civetta.tv
Fonti Ufficio Stampa Whirlpool Francesca Pessi
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