Il dottor Taruschio in pensione. Un saluto speciale ai sassoferratesi
|Martedì 31 marzo è stato per il dottore Paolo Taruschio ufficialmente il suo ultimo giorno di lavoro. Un giorno fuori dall’ordinario per l’ex primario anestesista ed attuale primario del Reparto Ospedaliero di Riabilitazione Intensiva. Va in pensione pochissime settimane dopo il trasferimento di tutta la sua unità – e dei suoi 18 posti letti – dall’ex presidio ospedaliero Sant’Antonio Abate di Sassoferrato all’ospedale Engles Profili di Fabriano.
“Sassoferrato – racconta – per primo ha ospitato un reparto di riabilitazione nelle Marche. Un modello di efficacia e di efficienza che dal 1991 ha raccolto stima e fiducia nella nostra regione e nella confinante Umbria. Poi il piano sanitario regionale e il trasferimento a Fabriano. I vantaggi – prosegue – stanno nell’aver incrementato la dotazione di posti letto a Fabriano, ma soprattutto nell’aver portato nella sua sede naturale (cioè un Ospedale di Rete dotato di tutti i Servizi fondamentali) un reparto intensivo destinato ad ospitare pazienti post-acuti e anche nel poter finalmente garantire a tutti i ricoverati nell’Unità di Riabilitazione il trattamento bi-quotidiano su sei giorni a settimana, come previsto dai protocolli”. Ma conferma : “E’ vero che non disponiamo degli ampi spazi che avevamo a Sassoferrato. Tra l’altro con la mia équipe abbiamo vinto l’importante scommessa di trasferire in 48 ore e “in blocco” tutto un Reparto Ospedaliero. Per inciso, mi si conceda qui (non avendolo ancora potuto fare direttamente) di rivolgere un sincero ringraziamento a tutta la popolazione di Sassoferrato che ci ha dapprima ricevuto, poi ospitato, quindi supportato (oltre che sopportato!) per quasi cinque lustri e sarà a breve la sede del nuovo reparto di cure intermedie”. Infine conclude: “I risultati cui mi riferisco, oltre naturalmente alla riconoscenza e fiducia da parte dei pazienti trattati sono dati dal numero e qualità dei ricoveri e dai tassi di utilizzo della struttura sino al 2014 superiori al 90. Un orgoglioso riconoscimento ci viene anche dalla cosiddetta “mobilità attiva extra regionale”. Trattasi dei pazienti che provengono da fuori regione , i quali fino al 2014 erano circa un quarto dei ricoveri totali”. Quanto alla pensione, rassicura tutti: “ Non mi sento assolutamente un vecchietto” e minaccia pure di dimostrarlo.
Veronique Angeletti