Pronto 0721-31816, il mio fiume sta male…
|Gentile consorziata/0, Le comunichiamo le somme da lei dovute…. La posta questi giorni distribuisce un nuovo avviso di pagamento. E’ il contributo al Consorzio di Bonifica delle Marche che dovranno pagare 137.000 proprietari di aree agricole, 10.500 proprietari di immobili industriali, artigianali, commerciali che stanno fuori dei centri abitati e 40 gestori delle acque potabile. Un contributo di cui Sassoferrato.tv aveva già parlato ben tre mesi fa anticipando la notizia ma che era stato preso in considerazione solo da chi viveva proprio a ridossi dei rii e dei fiumi. Il contributo si presenta sotto la forma di un doppio bollettino. Uno per saldare l’anno 2014. Da pagare entro il 31 luglio. Ed un altro per pagare – tanto che ci siamo – il 2015, entro però il 30 novembre. Un contributo che scatena polemiche. Soprattutto da parte degli agricoltori che fino a quattordici anni fa, dovevano pagare questa “gabella” a carrozzoni provinciali delle bonifiche che non erano modelli di efficacia. Anzi. “Questo Consorzio Unico voluto dalla Regione Marche – replica l’avv. Claudio Netti, il commissario straordinario dell’ente – ha per compito di mettere la parola fine a questa assurda e costosissima cultura dell’emergenza. L’obiettivo è di applicare di nuovo le buone pratiche quando frontisti e confinanti erano responsabili dei corsi d’acqua e ne curavano la manutenzione”. Netti spiega che il Consorzio di bonifica delle Marche è nato nel 2013, per promuovere la difesa e lo sviluppo equilibrato del territorio, la tutela e la valorizzazione della produzione agricola, l’approvvigionamento e l’uso razionale delle risorse idriche (soprattutto uso irriguo) e si occupa della salvaguardia del patrimonio naturale. “E’ un grande condominio pubblico – spiega – che elegge i propri amministratori”. Anche se nessuno in pratica finora lo sapeva – le elezioni si sono svolte proprio pochi mesi fa! Ma, per la prossima volta, per chi vuole entrare nella sua amministrazione, basta collegarsi al sito e candidarsi. In apparenza, l’ente sembra snello e il suo sistema operativo pure pratico. Tutto si basa su un solo unico numero telefonico il 0721-31816 su cui convergono tutte le segnalazioni e da tutte le Marche. E’ compito della centrale diramare il problema ad un agronomo, un responsabile di zona. Ed ecco la vera novità del Consorzio. Forse quella che dovrebbe fare la differenza. Perchè chi si occupa delle acque non è un un geologo, un geometra, un ingegnere. Ma un’agronomo e dunque un tecnico che ha una visione del fiume, del rio, del torrente, del fosso nella sua dimensione vitale. Ossia nei suoi aspetti “rurali”, forestali, ambientali. Perché le acque sono vita e spetta a lui coordinare pareri ed interventi. In sintesi: il suo compito è quello di risolvere semplificando pratiche e permessi e pilotando i lavori chiamando l’impresa agricola più vicino al tratto coinvolto. Ogni area pertanto ha il suo diretto responsabile che deve attivarsi per risolvere il problema in un modo celere ed efficiente. Interventi che però hanno un costo. Ed ecco il contributo. “Tra difesa idraulica, attività di manutenzione, irrigazione e progettazione il Consorzio gestisce quest’anno 44 milioni di appalti finora anticipati dalle banche. Il che significa che esiste un piano industriale su cui le Banche hanno fiducia – commenta l’avv. Netti – e che chiediamo soldi dopo aver eseguito tanti lavori”. Visto nelle sue articolazioni, il contributo non pesa solo sugli agricoltori o i proprietari che hanno lembi di terra dove scorrono le acque. “E’ una tassa che si alimenta su tutti i terreni e le aree che alimentano il sistema delle acque delle Marche” e dunque si regge sul principio della solidarietà. Monitoriamo – conclude Claudio Netti – l’intero reticolo idraulico regionale che si estende per circa 18.700 km e assicuriamo la sua manutenzione ordinaria. Il nostro obiettivo è proprio di agire sul dissesto idrogeologico e sul rischio idraulico”. Un dissesto sotto gli occhi di tutti che è costato in vite umane e di cui si siamo sempre ricordati quando non c’era più niente da fare. Fosse la volta buona che si fa veramente prevenzione ? Pertanto niente più scuse. Mettiamo sotto pressione questo nuovo ente. Diventa il nostro compito segnalare i problemi come rifiuti, alberi abbattuti, corsi ostruiti e, in teoria, il responsabile di zona dovrebbe attivarsi. E per chi ama fare scherzi, le segnalazioni vanno fatte lasciando nome, cognome e recapito telefonico. Perché la tutela dell’ambiente è roba seria.
Véronique Angeletti
Un grazie di cuore alla splendida foto della cascata di San Francesco a Genga di Jacopo Angelini, il presidente wwf Marche
Per approfondire…L’importo è di 1,90 euro ad ettaro per i terreni agricoli in ambito basso collinare e costiero (1,30 per i terreni agricoli in alta collina e montagna) e di circa 1 centesimo per ogni mc di acqua idropotabile per i gestori del servizio. Si stima un contributo medio tra 45-50 euro per ogni proprietà industriale, artigianale o commerciale. E per seguire gli interventi finora realizzati www.bonificamarche.it
Riflessioni…
Il coinvolgere l’azienda agricola più vicina dei tratti dei fiumi dove si devono eseguire lavori, non è di per sè una novità. Questa logica era stata già applicata dalla Provincia di Ancona che introduceva un sistema legato alla “multifunzionalità” delle aziende agricole. Ossia il dar lavoro ad aziende agricole opportunamente attrezzate per la cura del demanio sotto sorveglianza della Provincia. Una logica voluta da Carla Virili quando era assessore al Demanio Idrico. Ma troppo spesso questi ultimi anni si è eseguito lavori di somma urgenza. Il che, tradotto dal burocratese, significa “in perenne emergenza”…
Corriere Adriatico – 9 dicembre 2010
“Le ultime piogge torrenziali con il loro corredo di frane, smottamenti e lo straripamento in numerosi punti dei fiumi Sentino ed Esino dal sentinate fino alla Gola della Rossa hanno di nuovo evidenziato quanto il territorio sia fragile. Una fragilità che non ha avuto conseguenze gravi sulla viabilità e sulle persone proprio per merito dell’intervento tempestivo della protezione civile, dei vigili del fuoco e di chi lavora per la sicurezza del comprensorio. Ma danni – e non pochi – ne hanno creati ai terreni, agricoli e non, ad alcuni capannoni – come quello della manutenzione del comune di Genga – e alle attività turistico – ricettive dislocate a ridosso dei fiumi come la Scaletta del Toscano e soprattutto la Casa del Parco che si è di nuovo allagata a San Vittore e alla trattoria Piccolo Ristoro di Pianello, seppur ad un centinaio di metri dal letto del fiume.
Nel sentinate, invece a patire l’irruenza delle acque è stata Felcioni e tutti gli orti. Ragione per cui una lettera dei proprietari dei terreni dovrebbe a breve essere recapitata in Provincia per chiedere che siano trovate soluzioni per risolvere definitivamente il problema. “Dobbiamo essere consapevoli – spiega il geometra Sergio Papi della Cm Esino Frasassi – che il problema dei fiumi è a monte, lì dove il fiume ha più potenza e dunque nel tratto da Sassoferrato fino alla Gola della Rossa. E’ lì che devono concentrarsi gli sforzi con le stesse cure tramandate dai nostri avi, come lo testimoniano le pieghe delle mappe catastali dove si vede che venivano lasciati ampi spazi per consentire al fiume di espandersi nelle piene invernali”.
“Il territorio – precisa Mario Ciappelloni, assessore alla Protezione civile della Cm Esino Frasassi – è costantemente monitorato dai nostri uffici in collaborazione con l’Anas, le ferrovie e i comuni. Abbiamo in serbo una serie di interventi anche urgenti che però non possono essere attivati poiché non ancora finanziati dalla provincia. “Confermo che tutta una serie di interventi sui fiumi e lavori straordinari di pulizie delle rive e degli argini sono nel piano delle opere pubbliche – risponde Carla Virili, assessore provinciale al Demanio idrico. Gestire la rete idrografica è uno dei compiti della Provincia che, per essere fatto in un modo ottimale, deve essere il frutto del lavoro di tutti. Ragione per cui stiamo ricorrendo all’ausilio delle aziende agricole locali e abbiamo ripristinato l’attività esercitata in passato dal “frontista”, attraverso l’affidamento di servizi connessi al taglio e regolazione della vegetazione sui corsi d’acqua. Come stiamo lavorando per proporre un nuovo regolamento di polizia rurale in collaborazione con tutti gli enti”.