Cento anni e non sentirli: nonna Annetta di San Donnino di Genga
|Genga – Nonna Annetta ha compiuto cento anni. Circondata dall’affetto dei suoi cari ma soprattutto di tantissimi amici venuti tutti da San Donnino di Genga, Anna Maria Sabbatini, classe 1916, nata il 24 marzo a Poggio San Marcello e residente fino a cinque anni fa a Genga, ha festeggiato il suo compleanno nella bella casa di Caboccolino di Sassoferrato dove vive con la sua figlia più piccola Rita.
Un secolo portato alla grande salvo un piccolo problema d’udito che non le impedisce di ricordarsi di tutti e soprattutto di tutto. Non si lamenta Anna Maria, riconosce che ha avuto una vita bella, piena di sacrifici ma bella. Il matrimonio con Virgilio Silvestri che abitava poco più giù a Baronci e che, a piedi, andava a lavorare alla miniera di Zolfo di Cabernardi sprecando 4 ore solo per spostarsi. “Poi – precisa – per fortuna hanno messo la corriera alla Fornace e a quel punto, ne perdeva solo due!” Tre figli: Pierina, Guerrino e Rita ognuno dei quali gli regalerà due nipoti. Pierina è mamma di Giancarlo e Marina e vive a Fano; Guerrino, padre di Claudia e Gian Luca, risiede a Fabriano e Rita sta a Sassoferrato ed è mamma di Catia e Patrizia. La festa non sarebbe festa se non ci fossero gran parte dei dodici pronipoti che compongono la terza generazione.
Per ognuno ha una parola di benvenuto, Anna Maria. È quello che la rende speciale. Questo modo semplice di comunicare, di relazionarsi che l’ha fatta diventare nonna Annetta, la nonna di tutti, e spiega la targa che tutti i suoi amici e vicini di San Donnino hanno voluto regalarle con la scritta: “Cento anni fa hai sorriso al mondo per la prima volta. Ancora oggi il tuo sorriso illumina tutti noi che ti vogliamo tanto bene. Con affetto i tuoi paesani”.
Una festa importante quella di Nonna Annetta a cui ha voluto essere presente il sindaco Giuseppe Medardoni, L’occasione di parlare del paese. Di come ci si viveva una volta, con la scuola stracolma di alunni dove le maestre insegnavano addirittura in due turni e che oggi, a malapena, è abitato da una una trentina di persone che compongono tredici famiglie. L’occasione di ricordare quanto la miniera influenzasse la vita economica di un intero comprensorio e di leggere negli occhi di nonna Annetta tutta la sofferenza di aver dovuto aspettare che il suo Virgilio uscisse dalla miniera. Lui che, per caso, era rimasto al tredicesimo livello per 40 giorni e 40 notte tra i sepolti vivi che lottavano per il futuro del territorio. Lui che pertanto fu tra quelli a cui la Montecatini non propose un lavoro quando chiuse definitivamente il polo di Cabernardi. Lui che provò ad andare nelle miniere di carbone del Belgio ma fu rifiutato dalla rigida commissione sanitaria per colpa di quel polmone bruciato dallo zolfo in un grave incidente che però fino ad allora non gli aveva impedito di lavorare. Lui che rimase nel comprensorio e divenne muratore.
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