Da Genga a Scheggia passando per Sassoferrato e SSAbbondio: il “tour” delle Abbazie
Sassoferrato – Imponenti, misteriose, essenziali. Sono nelle pieghe delle nostre terre, edificate in luoghi crocevia della storia, specchio del carattere forte e tenace delle comunità che scelsero di vivere in questi territori. Sono le abbazie benedettine medievali. Per rinsaldare questo fondamentale legame, da alcuni mesi la Pro Loco di Sassoferrato sta lavorando su un itinerario specifico con l’associazione “La valle del Sentino” e il supporto del comune. Un itinerario di ampio respiro che, oltre i soliti confini municipali, associa in un unico progetto turistico Santa Croce di Sassoferrato, San Vittore alle Chiuse di Genga, Sant’Emiliano in Congiuntoli di Scheggia Pascelupo, Santa Maria di Sitria di Isola Fossara, San Cassiano di Fabriano e lo splendido complesso di Fonte Avellana di Serra Sant’Abbondio.
“Si tratta di uno straordinario patrimonio storico, culturale, architettonico, religioso, concentrato in pochi chilometri quadrati – spiegano Alberto Albertini e Rita Ballanti che, con Marco Giulietti e Gianni Pesciarelli, lavorano per trasformare l’idea in un progetto operativo. Per lungo tempo non si è pensato a valorizzare un itinerario specifico che potenzialmente potrebbe attirare ancora più visitatori”.
Nell’odierna geografia della viabilità, queste abbazie appaiono isolate, contestualizzate però nelle vecchie strade sono collocate su ramificazioni della via Romea della Marche. “Pertanto rispondono alle caratteristiche delle rievocazioni delle vie Francigene e Romee – evidenziano i volontari della Pro Loco – quelle che il Consiglio d’Europa ha proclamato “patrimonio culturale d’Europa”. Ed è il fatto di avere quella “speciale” carta d’identità che lo fa entrare di diritto negli antichi cammini dei pellegrini.
“Ultimamente sono molto sfruttati – commenta Paolo Piacentini, esperto dei cammini per il Ministero dei Beni culturali e turistici (Mibact) nonché presidente Federtrek – soprattutto perché l’idea odierna del cammino obbedisce solo in parte alla logica religiosa. Chi fa questi cammini – precisa – insegue una ricerca spirituale per liberarsi dello stress della vita quotidiana. Ricerca agevolata in questo caso dal fatto che camminando, visitando, si entra in contatto con la storia, con un paesaggio incontaminato e con la cultura di una comunità”.
Una visione da pellegrino moderno che ovviamente trova un’ospitalità di qualità nell’accoglienza diffusa degli agriturismi, country house, residenze, alberghi, B&B che fioriscono nel nostro comprensorio. “Oltre ad una segnaletica e una sistematica divulgazione, andrebbero organizzati eventi di ogni tipo proprio per dar “luce” a queste abbazie e all’itinerario ad uso e consumo non solo di turisti e degli escursionisti ma anche dei residenti. Ed è quello che la Pro Sassoferrato ha in programma di fare”. Sopratutto considerando che quest’itinerario non è solo utile ai turisti ma è anche fonte di studio se letto con un’altra chiave di lettura. Poiché se è vero che collega le bellezze monumentali e paesaggistiche, questo “tour” delle abbazie mette in evidenza anche la Regola di San Benedetto. Una Regola scritta millecinquecento anni fa, frutto di un ripensamento della precedente tradizione monastica orientale e occidentale, che rimane fonte di sapienza umana e spirituale. Leggere articolo qui
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