Crisi Faber, posti di lavoro a rischio
|Un’altra probabile tegola su uno dei comparti che, insieme all’edilizia, sta mettendo a dura prova il sistema produttivo della fascia appenninica. Si tratta naturalmente del settore degli elettrodomestici, che già vede la difficilissima situazione degli operai della ex Antonio Merloni. Stavolta a destare preoccupazione è di nuovo la Faber che, dopo la chiusura dello stabilimento di Fossato di Vico (avvenuta all’inizio del 2012), vede a rischio anche quello di Sassoferrato. Un sito che vede impiegati circa 50 lavoratori dell’Alto Chiascio, specialmente di Gubbio, Gualdo Tadino e Fossato.
A lanciare l’allarme è il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd), che nella giornata di ieri ha presentato un’interrogazione alla giunta regionale per sapere «quale sarà il destino dei dipendenti umbri della Faber spa in vista di una annunciata razionalizzazione delle produzioni».
Smacchi chiede all’Esecutivo di palazzo Donini di «conoscere nel dettaglio il piano di ristrutturazione della Faber che l’azienda proprietaria Franke spa ha intenzione di promuovere e le conseguenze che questo comporterà sul futuro dei lavoratori umbri».
«Nei primi giorni di settembre – spiega il consigliere – è pervenuta una comunicazione ai dipendenti umbri della Faber impiegati nel sito produttivo di Sassoferrato nella quale l’azienda Franke, proprietaria del marchio, comunica l’inizio di una complessa fase di ristrutturazione del sito produttivo di Peschiera del Garda. Tale processo di ristrutturazione comporterà il progressivo concentramento dell’attività su questo stabilimento delle produzioni più profittevoli. Appare chiara, quindi, l’intenzione di privilegiare tale sito, notevolmente più vicino alla casa madre che ha sede in Svizzera, e sicuramente meglio collegato dal punto di vista viario».
Il timore è dunque che la ristrutturazione arrivi poi a coinvolgere lo stabilimento marchigiano, con una riduzione del personale. «Il piano della Franke – continua Smacchi – prevederà inevitabilmente un esubero di personale con un importante ridimensionamento che graverà sulle maestranze dei siti produttivi di Fabriano e Sassoferrato che, a sua volta ha già assorbito una parte dei 200 esuberi del sito produttivo di Fossato di Vico definitivamente chiuso. Nello stabilimento di Sassoferrato della Faber lavorano attualmente circa 50 operai residenti principalmente nei comuni di Gubbio, Gualdo Tadino e Fossato di Vico. Per questo – conclude Smacchi – è necessario che la giunta regionale si attivi al fine di scongiurare le inevitabili conseguenze che il piano di ristrutturazione comporterà per l’intera fascia appenninica».
Nei mesi scorsi si era conclusa positivamente la vertenza Indesit, che vedeva coinvolti circa 200 lavoratori umbri nei siti di Melano e Albacinae che, grazie a un piano di prepensionamenti e contratti di solidarietà, sembra avere scongiurato i licenziamenti per 5 anni. In attesa che il piano di investimenti avviato produca gli effetti sperati e nella speranza che non ci siano sorprese da parte di Whirlpool, che a luglio ha acquisito il 60% del colosso di Fabriano.