Action Day del Corpo Forestale oggi nelle Marche. Denunciato il titolare di una ditta di Monteporzio

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corpo-forestaleSequestrati 1500 kg di “oro rosso”, 500 kg di ottone e  parti di motori ed elettrodomestici, tutti di provenienza sconosciuta. Action Day purtroppo proficua oggi per il corpo forestale. Un azione a tappetto lungo un giorno sincronizzata in tutte le Marche che, di nuovo, si è conclusa con il sequestro di materiali ferrosi e di rifiuti pericolosi. Un bottino che pesa sull’ ambiente, oltre 10 tonnellate, e che frutta pure. Solo nel pesarese sono stati sequestrati oggi cavi di rame per un valore  che supera i 10.000 euro.

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L’azione dei forestali nel pesarese

Un’operazione importante quella odierna. Mobilitati 30 uomini dei nuclei investigativi di polizia ambientale e forestale, una task force che diramandosi sul territorio regionale ha controllato i registri  di  9 commercianti di rottami e di 4 trasportatori. Operazione che s’iscrive nella vasta campagna ideata dal  Corpo Forestale per contrastare la  criminalità nel settore della gestione illecita dei rifiuti metallici e pericolosi. Campagna che, poche settimane fa,  nel fermano, si è saldata con sequestri per un valore di oltre un milione di euro di macchine di lusso, motori e ricambi d’auto. Beni di cui non erano accertate se  lecita era la loro provenienza, detenuti nei capannoni di un impresa sprovvista di ogni autorizzazioni per l’autodemolizione.

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Il furgone sequestrato

Un azione-sequestro che si rispecchia nell’operazione odierna guidata dai  forestali del Comando Provincia di Pesaro e dagli uomini delle stazioni di Cartoceto, Carpegna e Piobbico. I forestali hanno colto in flagranza di reato un cittadino di nazionalità marocchina proprio mentre scaricava abusivamente rottami di autoveicoli in una ditta di raccolta e gestione di rifiuti ferrosi a Monteporzio (PU). Sequestrato il furgone utilizzato per le attività illecite e denunciato anche il titolare della ditta. Impresa presso la quale sono stati rinvenuti  acciaio, 1500 kg di cavi di rame, parti di motori ed elettrodomestici e 500 kg di ottone, tutti di provenienza sconosciuta.

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Parte del materiale sequestrato

I reati contestati ai due soggetti, che hanno agito in concorso, vanno dalla ricettazione alla gestione e trasporto di rifiuti, con pene che prevedono fino ad otto anni di reclusione.  L’indagine, diretta dal procuratore capo presso il tribunale di Pesaro, Manfredi Palumbo, ha accertato gravi anomalie nella gestione dei registri aziendali. Nel particolare non veniva indicata la provenienza dei materiali stoccati, compreso il rame. L’oro rosso, impropriamente identificato come rifiuto, era pronto per essere immesso sul mercato a prezzi ovviamente  esorbitanti.

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