Arcevia la bella sta per costruirsi un parco protostorico sul Monte Croce Guardia
|Arcevia – Di per sé, inserire un parco archeologico in un parco naturale è un interessante novità. Però se il parco è protostorico ed oltre ai soliti pannelli e alla difficile lettura degli scavi propone la riproduzione a grandezza naturale di una casa di 3000 anni fa, la notizia si fa culturalmente molto appetitosa. Perché valorizza un patrimonio che in pochi possono vantare e si concretizza in una proposta che crea occupazione.
E’ il futuro che si prospetta per le alture del Monte Croce Guardia di Arcevia. Un sito sotto la lente d’ingrandimento dal 1952 della sovrintendente delle Marche Delia Lollini che organizzò scavi scientifici e, lungimirante, lavorò per imporre all’area un vincolo di protezione archeologica e programmò perfino gli espropri per costruire la proprietà demaniale che oggi si candida a parco. Anche se furono gli scavi accurati dell’equipe guidata dell’ex sovrintende Mara Silvestrini nel 1995 a dare quello scatto all’origine del parco odierno.
Fu al centro della tesi di laurea di uno studente che attirò l’attenzione del professore Andrea Cardarelli dell’Università di Roma, tra gli massimi esperti di protostoria. Il resto è cronaca che risale all’estate 2015. La Sapienza, con il supporto della sovrintendenza delle Marche e dell’archeologa Ilaria Venanzoni, organizza nuovi scavi, ottiene la piena collaborazione del comune e l’aiuto di pale e pennelli dei rifugiati del Cara dell’Hotel Le Terrazze coordinati in un progetto di lavori socialmente utili.
Sabato 2 luglio, in presenza di un pubblico gremito, nella sede arceviese del Parco regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, il professore Andrea Cardarelli ha fatto il punto sullo stato delle ricerche svelando l’’area finora perlustrata, gli scavi completati e i reperti trovati. Ma a destare l’attenzione è la sua proposta di costruire una vera casa illustrata con il supporto di un programma in 3 D che svela le fonti scientifiche all’origine dei criteri costruttivi, dall’ubicazione al numero dei pali fino al riempimento delle mura e la scelta dell’inclinazione del tetto “costruito – ha precisato il professore Cardarelli – con scandole, tegole di legno, e decorato come i vasi e i cocci emersi nel sito“.
Una proposta che l’amministrazione di Arcevia condivide e pensa finanziare con fondi extra comunali aderendo ad una strategia comune con le aree archeologiche vicine come Castel Leone di Suasa e Serra De Conti. “Da sempre – ha spiegato il sindaco Bomprezzi – Arcevia ha una sistematica politica di valorizzazione e di protezione dei suoi paesaggi sia per la loro valenza culturale che nell’ottica del loro valore agro-alimentare”. Presente il consigliere regionale Enzo Giancarli che ha confermato che appoggia l’iniziativa.
Comunque se la proposta parco protostorico – parchi archeologico è ottima, altrettanto ottimo è il binomio parco protostorico, parco naturale regionale delle gole della Rossa e di Frasassi con le grotte più belle del mondo e il nuovo museo di Genga imperniato sulla venere di Frasassi. Binomio sul quale non a caso ha insistito l’ex sovrintendente Mara Silvestrini e il direttore del Parco Massimiliano Scotti.
Véronique Angeletti@riproduzione riservata
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