Il bimbo non è vaccinato… allora vietato frequentare il nido
|“Le malattie sono tali quali ad una rete elettrica. Vaccinare un bambino significa interrompere i collegamenti e rafforzare la comunità. Non vaccinarne uno ridà forza purtroppo alle malattie e mette a rischio la salute di un bambino per varie ragioni più debole”. Per il dottore Rodolfo Varani, pediatra di base che ha assistito quasi due generazioni di bambini nel sentinate, oggi in pensione, non vaccinare è mettere a rischio tutti. “Non parlo a nome della mia esperienza personale ma a nome dell’esperienza di milioni di medici. Chi sostiene il contrario è un deliquente”.
Intanto tra psicosi, bufale, informazioni non corrette e prive di basi scientifiche che vengono diffuse in particolare online da sedicenti scienziati capziosi, ovunque in Italia si sta registrando un calo delle vaccinazioni. “Nessuno avrebbe mai pensato – afferma il Ministro della Salute Lorenzin – quando si abolì l’obbligo di vaccinazione nel ’99, anno in cui si era raggiunta un’ottima copertura vaccinale nel Paese, che sarebbero nati dei movimenti ‘no vaccino’, fondati su motivazioni totalmente non scientifiche e che avrebbero portato un pericolo per tutta la popolazione”.
Ma mentre in Umbria non si è infranta la soglia di sicurezza indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità del 95% ed in Emilia Romagna si attesta al 93,4 %, nelle Marche i dati di copertura sono veramente preoccupanti sia per i vaccini obbligatori che per quelli facoltativi.
“Come tecnico – dichiara Giuliano Tagliavento, dirigente del servizio Prevenzione e promozione della salute nei luoghi di vita e di lavoro dell’ARS (Agenzia Regionale Sanitaria) – abbiamo un problema che stiamo seguendo da tempo e che oggi richiede contromisure forti. La cosa che preoccupa, oltre al dato di copertura vaccinale – che nelle Marche per i quattro vaccini obbligatori è del 92%, sotto l’obiettivo di copertura -, è la disomogeneità dei territori. Nella provincia di Pesaro-Urbino, ad esempio, siamo abbondantemente sotto il 95%, limite indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ed oggettivamente il rischio che possa venir meno l’immunità di gregge è reale. Servono misure chiare.”
Nel 2015, nelle Marche, le vaccinazioni per morbillo/parotite/rosolia, ad esempio, hanno fatto registrare uno scostamento del 15,1%, per quanto riguarda la prima dose di somministrazione (13-15 mesi d’età), attestandosi al 79,9%; la seconda dose (5-6 anni) degli stessi ha avuto una copertura dell’87,9%, scostandosi del 7,1%. Peraltro, dati in flessione anche rispetto agli anni precedenti: -7,9% rispetto al 2013 e -4,1% rispetto al 2014, per la prima dose; -4% in riferimento al 2013 e -1,3% sul 2014, per la seconda dose. Un trend decrescente valido per la quasi totalità delle vaccinazioni come difterite/tetano/pertosse, poliomielite, epatite B, emofilo B, pneumococco.
Il tema è così’ scottante che addirittura la Federazione degli Ordini dei Medici sta studiando provvedimenti disciplinari per i medici che sconsiglino i cittadini ad effettuarle. Mai si sarebbe pensato che una delle più grandi vittorie della scienza per la vita dell’uomo sarebbe stata messa in questione nel 2016.
L‘Emilia Romagna è già passata ai fatti. Anzi, lo scorso 22 novembre ha emanato una legge regionale che impone ai bambini di essere vaccinati per poter frequentare gli asili nido. L’obbligo è di somministrare agli 0-3 anni l’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica e l’antiepatite B.
Sul fronte delle Regioni si registrano già varie prese di posizione. Pro legge obbligatoria, Marche, Umbria, Lazio e Friuli-Venezia Giulia.
In Umbria, il gruppo PD ha presentato all’Assemblea legislativa, a firma dei consiglieri Giacomo Leonelli e Carla Casciari, una proposta di modifica della legge 30 del 2005 (Sistema integrato dei servizi socio-educativi per la prima infanzia) introducendo l’obbligatorietà delle vaccinazioni prescritte dalla normativa per i bambini in età da 3 a 36 mesi che frequentano i servizi socio-educativi per la prima l’infanzia, pubblici e privati. “L’obbligatorietà delle vaccinazioni per gli iscritti agli asili nido – spiega Leonelli – tutela i bambini più deboli. Se il tasso di vaccinazioni scende sotto il 95 per cento, infatti, i bambini che non possono vaccinarsi per immunodeficienza o patologie rischiano di contrarre malattie debellate da decenni e quindi sono più esposti a contagi”.
Nelle Marche, sempre su proposta di legge del Gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale si vorrebbe vincolare l’accesso ai nidi e ai centri per l’infanzia pubblici e privati accreditati alla somministrazione dei vaccini obbligatori (difterite, tetano, poliomielite, epatite B). La proposta è firmata da Gianluca Busilacchi, Fabrizio Volpini, Francesco Micucci ed Enzo Giancarli.
“Questa tematica è tornata prepotentemente alla ribalta perché c’è stata una sostanziale flessione delle vaccinazioni – ha detto il Presidente della Commissione regionale Sanità, Fabrizio Volpini -. Malattie che erano state debellate sono tornate alle nostre latitudini. È di questi giorni la notizia che in Italia c’è stato un caso autoctono di difterite. Preoccupa anche la campagna di controinformazione portata avanti incessantemente da parte di gruppi ‘anti-vax’, che associano i vaccini ad altre malattie, tra cui quelle dello spettro autistico, ma senza alcun fondamento scientifico. Il valore della vaccinazione a cui si riferisce questa proposta di legge non è solo un atto di protezione individuale, ma un atto di responsabilità verso la comunità, per il cosiddetto ‘effetto gregge’, per cui maggiore è il numero delle persone che si vaccinano, minore è il rischio di diffusione di malattie infettive. Ed è così che si possono proteggere anche coloro che per motivi di salute non possono sottoporsi a vaccinazione. Il nostro è un atto di responsabilità istituzionale rispetto ad un problema di sanità pubblica. Credo che la nostra Regione abbia le carte in regola per invertire la tendenza”.
Lombardia e Liguria invece non seguiranno le altre regioni nell’obbligo alla vaccinazione. Preferiscono una campagna informativa molto articolata perché ritengono che se le vaccinazioni sono fondamentali, la libertà di scelta rimane a sua volta fondamentale. La strategia è: convincere, non obbligare e lavorare su un percorso culturale con spiegazioni scientifiche.
Dubbi sulla costituzionalità della norma vengono però dal Codacons, secondo cui la legge “porterà ad una raffica di denunce contro gli asili nido” per abuso di atti d’ufficio e violenza privata.
Véronique Angeletti@civetta.tv
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