Lavoratori della ex Merloni: la voce della “Lega per il Lavoro Fascia Appenninica Umbra”

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Floriano Lega per il LavoroGaifana – La “Lega del lavoro per la fascia Appenninica Umbra” non ha nessun dubbio. I dati non fanno altro che rafforzare quanto afferma da diverso tempo. La perdita di posti di lavoro e il netto calo del Pil regionale, dimostrano in maniera chiara le difficoltà dell’Umbria ad uscire dal tunnel di una crisi ormai vicina al decennale.

Dei 15 mila posti di lavoro persi per la lega per il lavoro, oltre un terzo e crediamo di essere in difetto – afferma Luciano Recchioni della Lega – vengono dalla fascia appenninica. Le chiusure di aziende metalmeccaniche lega_per_il_lavoro_0come Antonio Merloni e FABER, la fine della ricostruzione post terremoto che non solo ha visto il settore edile quasi completamente sparire ma anche i cavatori di pietra ed i loro impianti di trasformazione che hanno subito un notevole ridimensionamento e qualche impianto chiuso, la ceramica che dal 2008 sta facendo ancora i conti con la crisi e sembra un pozzo senza fine, per tutti questi motivi, considerando poi l’indotto, dire che sulla fascia appenninica si sono persi oltre 5000 posti di lavoro equivale a tenersi bassi.”

Il suo obiettivo è stimolare istituzioni ed imprenditori per invertire questo trend, ma “il nostro intento non l’abbiamo raggiunto nonostante sul tappeto ci siano importanti opportunità che, se sufficientemente sostenute, possono dare un nuovo impulso occupazionale a questo territorio.”

La Lega comunque attacca e accusa la regione Umbria e  il ministero di non prendere di petto questioni storiche. “Aspettano risposte che non sono più rimandabili – sostengono – aziende come JP. Industries e Rocchetta. Inoltre, il settore sanità ha visto il forte interesse di un imprenditore disposto a fare cose serie sul territorio, un altro settore su cui si potrebbe tranquillamente spendere è quello agricolo, perché avendo anche importanti risorse economiche, nulla ci vieta di pensare ad un progetto legato alla filiera della trasformazione della canapa; infine e non per ultima, l’ipotesi lanciata in conferenza stampa dal segretario della fillea Cgil  dell’Umbria, ovvero la trasformazione in filiera corta della pietra con i suoi derivati.”

Véronique Angeletti@civetta.tv

 

 

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