Un geoparco grande 9 comuni che si candida a geo sito Unesco
|Cagli – Non solo cave, rocce e stratigrafie ma ammoniti, miniere, paesaggi e anche un paleolago. I nove comuni dell’area interna Appennino basso pesarese anconetano si organizzano e, a scopo scientifico e didattico, mettono a regime il loro patrimonio geologico. Martedì 23 maggio, con la firma del presidente dell’Unione Montana Catria Nerone Francesco Passetti si è completato la convenzione quadro che vede i nove consigli comunali costituire il Geoparco dell’Appennino nord-marchigiano che aspira ad essere riconosciuto come geosito dell’Unesco.
I confini vanno da Apecchio ad Arcevia e passano per Piobbico, Acqualagna, Cagli, Frontone, Cantiano, SSAbbondio e Sassoferrato. Un comprensorio grande 600 km quadrati, scrigno di 70 geositi, dove il monte Strega e i massicci del Catria e Nerone celano pagine della storia della terra a cielo aperto.
“L’Appennino nord-marchigiano – spiegano il professore Rodolfo Coccioni e il dott. Andrea Mazzoli del dipartimento di Scienze Pure ed Applicate dell’Università di Urbino – è un territorio unico nel suo genere in quanto possiede un patrimonio geologico e geomorfologico senza eguali, significativo e speciale per ricchezza, diversità, rarità, interesse scientifico, richiamo estetico e valore educativo, come testimoniato dalle realtà museali geo-paleontologiche presenti. Un vero e proprio museo geologico che, con una straordinaria e continua successione stratigrafica di 200 milioni di anni, i suoi geositi e un vasto sistema di grotte carsiche rappresenta un unicum per i geologi di tutto il mondo.”
Il geoparco, appena costituito, è una struttura tecnico-amministrativa snella dove a capo è l’Unione Montana Catria Nerone che, non a caso, ha una bella ammonita come logo. Un’eredità della comunità montana omonima fondata nel 1971 che già aveva intuito la sua specificità.
La rete creata dal geoparco è ricca di sorprese. Ci sono le sequenze sedimentarie giurassico-cretaciche diffuse, le cave di Piobbico e di Apecchio, il limite K-Pg – quello che indica la fine dell’era dei dinosauri – a Petriccio di Acqualagna, le impronte fossili dell’antico rettile marino “Ugo” conservate a Cantiano, le ammoniti del Catria presso Frontone e Serra Sant’Abbondio, l’anfiteatro naturale di Fondarca a Cagli, la valle glaciale del Bevano a Chiaserna, il protosito di Arcevia, il paleo-lago scomparso di Montelago in cima allo Strega e la miniera di zolfo di Cabernardi a Sassoferrato.
“Il che fa diventare il comprensorio un significativo punto di riferimento per la comunità scientifica sia nazionale sia internazionale – spiegano i nove sindaci che sono già disponibili ad accogliere richieste di altri comuni -. In particolare la comunità delle Geoscienze, ed è un’eccezionale opportunità per la promozione di scambi e collaborazioni tra scuole e Università di tutto il mondo. Questo geoparco, tutto marchigiano, andrebbe ad unirsi ai dieci geoparchi già presenti in Italia nella rete Unesco ed essendo caratterizzato dalla sua identità strettamente legata alla geologia ma associata ad uno straordinario patrimonio naturale e culturale, contribuirebbe anche a soddisfare la sempre crescente richiesta di turismo geo-naturalistico e culturale.”
Véronique Angeletti@civetta.tv
Le foto sono della Dorsale dei Massicci del Catria e del Nerone
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