Aiuto, arrivano i Romani: III rievocazione storica della Battaglia delle Nazioni
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Sassoferrato – Lucidate di nuovo gli elmetti, affilate spade e preparate frecce, le legioni romane sono in partenza e la piana del Sentinate è di nuovo il teatro della battaglia che, nel 295 a. C coinvolse tutte le popolazioni dell’antichità del Centro Italia.
Dal 27 al 29 luglio tra Castello e Parco Archeologico Sentinum, duecento rievocatori ricorderanno il conflitto dove i Romani con i Piceni affrontarono un’alleanza composta da Eschi, Sanniti, Galli Senoni, Umbri. Due gli spettacoli: il tradimento degli Etruschi nella splendida e suggestiva cornice delle antiche terme romane sabato alle 21 e domenica alle ore 18, la battaglia e la devotio di Decio Mure, il comandante dell’esercito romano che si immolò per ottenere in cambio della propria vita la salvezza e la vittoria dei suoi uomini. Manifestazione inserita nel programma della “Frasassi Experience” e sede di tappa del “Grand Tour delle Marche”.
Coena, Cibus et Proelium. A tavola con il legionario romano. Curiosa e speciale, la cena in Castello, venerdì 27 luglio, il primo dei tre giorni dedicati alla III rievocazione storica della Battaglia del Sentino intreccia cultura e cucina e propone un’esperienza di archeo-gastronomia originale sotto l’occhio attento della Soprintendenza archeologica delle Marche. Vuole raccontare una storia millenaria con i cibi e le pietanze delle Nazioni che si affrontarono nel 295 a.C. rivisitate però in una chiave moderna con il supporto degli artigiani sassoferratesi, dei produttori del comprensorio e quello del “Paniere dei prodotti del territorio” del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi”. Un menù originale a base di farro, fave, miele, marmellate, formaggi, pani, dolci, vino doc e birre artigianali ed una “insicia” tutta da scoprire. Menù da assaporare immedesimandosi nelle vesti di un legionario romano per cui il cumino della “insicia” esaltava il piacere dei cibi, l’olio era quello degli dei e l’olivo simbolo di pace, gloria e saggezza, mentre il miele, che si conserva all’infinito, era un simbolo di eternità. L’eternità, quella che i popoli presso Sentinum cercavano di conquistare vincendo la Battaglia delle Nazioni.
Organizzata dall’ Amministrazione comunale e dalla Pro Loco, in collaborazione con la cooperativa Happennines, questa Terza edizione della Rievocazione storica della Battaglia è l’occasione per rileggere la storia ambientata nel suo paesaggio con una regia affidata a “Ad Pugnam Parati”, costola della Federazione Evropantiqva che fa scendere in campo gruppi storici importanti.
Per rappresentare Roma, da Fano, la “Colonia Iulia Fanestris” e da Villadose “Legio I Italica” i Galli provengono da Verona e sono “Fianna apPalug”; da Vimercate, il “Popolo di Brig”; da Vicenza “Suliis as Torc”; da Milano Teuta Insubris; da Padova, Teuta Cenomanes; da Pesaro, Teuta Senones Pisaurenses; da Bologna, “Teuta Nertobacos”; da Reggio Emilia, “Antumniates” e da Ferrara, “I lingones”. Mentre i Sanniti vengono da Corfinio e sono i Safinim, da Taranto, i Cavalieri de li Terre Tarentine. La cavalleria viene da Luzzara ed è la Quadrigesima Turma.
Per visitare gli accampamenti dei Galli Sennoni, dei Sanniti e il Castrum Romano, appuntamento sabato dalle 16 alle 21 e domenica dalle 10 fino alle 17. I rievocatori spiegano armamenti, forgia, conio, la lavorazione dei metalli ma anche la tessitura, la medicina, la cucina, i giochi e i passatempi, la cosmesi, le fortificazioni.
Sabato alle 18, in diretta, l’addestramento della katerva dei Galli, della falange Etrusco-italica e dei manipoli dei Romani. Alle 19, la cavalleria Gallica e Romana, evoluzioni e manovre equestri.
Tre i momenti d’approfondimento: venerdì 21, ex chiesa di San Giuseppe, un incontro sul “cibo dei romani” con il presidente della condotta slow food di Jesi, Gianfranco Mancini; sabato, alle 17 nel Sentinum Bistrò, incontro con Mauro Fiorentini, autore del libro “I guerrieri Piceni” e domenica sempre alle 17, conferenza “Da plebei a patrizi, vita dei Deci Mure” a cura di Emanuele Viotti, associazione “Ad Maiora Vertite”.
Infine, focus sulla serata del venerdì 27 dove saranno presenti anche in degustazione i produttori del “Paniere del Parco”. Prevede una cena con il legionario, spettacoli di duelli, scontri e racconti anche se la narrazione vera è affidata ad un archeo-menù rintracciato nei prodotti tipici del comprensorio e studiato con la Sovrintendenza archeologica delle Marche.
Primi a base di farine di fava e di farro, cibi prediletti dai Romani però nel format di una tagliatellina bio, rustica, essiccata a bassa temperatura. Quella di fava si chiama tacconi e proviene dai lubachi di Fratte Rosa, terreni argillosi e calcarei, che danno quell’inconfondibile sapore a questa leguminosa presidio Slow Food da maggio 2018. Mentre quella di farro è proposta da due produttori tra cui l’azienda agricola Monterosso che, lustri fa, fu la prima ad investire sulla purezza del Triticum Dicoccum e a sorprendere il mercato con la sua pasta gustosa e salutare.
«Farine impegnative che necessitavano di un condimento leggero ma dal gusto verace» spiega il giovane chef Leonardo Marchionni. Formato all’Istituto Alberghiero Panzini di Senigallia, ha scelto di abbinarle ad un ragù bianco sfumato con il vino rosso che gioca in armonia con il guanciale, la cipolla e la carota.
Insicia e non salsiccia. Sorprendente il secondo. Assembla gli ingredienti del pasto del legionario che Roma viziava nutrendolo particolarmente bene. Una ricerca nei sapori curata dall’Antica macelleria Zucca dove Lucio, Renato e Nazzareno hanno sapientemente dosato i migliori tagli di manzo e di maiale, che macinati finemente sono stati aromatizzati con finocchietto, insaporiti con vino, cumino, sale e pepe e una spruzzata di pinoli di cui i Romani erano particolarmente ghiotti. Una “insicia” preparata al momento, incastonata in un fragrante panino di farina d’orzo studiato da Sandro e Paola Argentati del Forno del Borgo appositamente per la serata e i due giorni della rievocazione storica della battaglia.
Cacio e dolci d’autore. Spazio poi ai Magnifici Affinatori, i caseifici del “Paniere dei prodotti del Territorio” dove il gusto ha trovato dimora e che ricavano dal latte, lavorato a crudo, di pecore e mucche allevate quasi allo stato brado, formaggi sopraffini che celano sottili e persistenti sentori. Il frutto di un dialogo con una terra genuina immersa nella quiete del Parco regionale della Gola della Rossa e di Frasassi abbinati ad un pane alla curcuma studiato da Cristiano Rossi del Forno Romano.
Ad unire formaggi e dolci saranno il miele sentinate di Sabbatino, la marmellata di frutti di bosco e quella di mela cotogna. Sapori sfiziosi oggi di moda ma che erano già conosciuti dai Romani. “Crostate e biscotti d’autore”, di farro e non solo, dei forni Romano e del Borgo.
Info pagina fb : Proloco Sassoferrato .- Iat 0732 956257
La manifestazione fa parte del “Grand Tour” Marche, tappa della Frasassi Experience ed è organizzata dall’amministrazione comunale di Sassoferrato, dalla Pro Loco Sassoferrato, ha il patrocino della Regione Marche, dei comuni di Arcevia, Castelleone di Suasa, Fabriano, Serra Sant’Abbondio e Pergola, del Mibact, della Soprintendenza dei beni archeologici delle Marche.
Main sponsor della manifestazione Fiori Costruzioni srl, Marchigiani Impianti e l’Azienda Agraria Monterosso srl e la sua produzione di farro.
Un grazie a tutti i volontari della Croce Rossa sentinate, dell’Auser, dell’associazione Musi Pelosi, della Uisp, dei comitati di Coldellanoce, di Monterosso e ai bambini del centro estivo comunale per le decorazioni.
Un ringraziamento speciale a tutti gli artigiani sentinati che hanno contribuito con il loro saper fare alla realizzazione dell’evento ed in particolare alle fioraie di Clorofilla, a Sandro e Paola Argentati del Forno del Borgo, a Cristian Rossi del Forno Romano, a Lucio, Renato e Nazzareno dell’Antica Macelleria e Norcinera Zucca .
Per info sulla Battaglia https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_del_Sentino
La battaglia del Sentino, detta anche delle Nazioni, nel 295 a.C., durante la terza guerra sannitica, oppose l’esercito romano a un’alleanza avversa di popolazioni, composta da Etruschi, Sanniti, Galli Senoni ed Umbri. I Romani avevano come alleati i Piceni. Si spiega così il nome di “Battaglia delle Nazioni dell’antichità”: tutte le popolazioni (nazioni) del Centro Italia furono coinvolte nello scontro, che decise le sorti di tutto quel territorio. La battaglia si risolse con una decisiva vittoria dell’alleanza romana, che aprì a Roma le strade del dominio. Guidavano i comandanti Publio Decio Mure e Quinto Fabio Massimo Rulliano per l’alleanza romana e picena che, forte di 38mila uomini affrontarono lo schieramento avverso guidato da Gellio Egnazio composto da 60mila uomini. Sul campo, furono 8700 i morti romani e 25mila quelli dell’altro schieramento. Furono fatti prigionieri 8mila uomini.
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