L’indagine lunga e complessa sui “rifiuti di Monte Rotondo”

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Classificazione rifiuti 1Sassoferrato –  Un giovane imprenditore di Pergola e due suoi operai sarebbero non solo i responsabili del cumulo formato da quintali di rifiuti abbandonati su Monte Rotondo a metà dello scorso mese di settembre ma anche di un’altra discarica simile in un bosco di Sterleto, località di confine tra la città dei bronzi dorati e i comuni di Sassoferrato e Arcevia.

I tre “incivili” sono stati denunciati dai carabinieri forestali dopo una lunga e difficile indagine che ha coinvolto i carabinieri forestali della caserma di Sassoferrato coadiuvati dai colleghi di Pergola, Arcevia e Fabriano.

Rischiano fino a due anni di arresto, un’ammenda per un massimo di 26mila euro e l’obbligo di bonificare i luoghi.

Intanto il caso dei rifiuti sul Monte Rotondo apre un primato nelle Marche. Per la prima volta il Gip ha confermato la decisione della Procura di Ancona di “sequestro preventivo d’urgenza” dei due camion della ditta per il reato di “abbandono di rifiuti” al fine di «evitare che continuino ad imbrattare le campagne e i monti dell’appennino umbro marchigiano»
Classificazione rifiutiMezzi scelti dai tre uomini proprio per il loro cassone “ribaltabile” che facilitava e rendeva rapido lo scarico della valanga di materiali di scarto. Dimostrando così un disprezzo palese per la natura. Il monte Rotondo è un monte incontaminato, un paradiso per chi ama il trekking e la mountain bike che, non a caso, con la tenacia del GS ciclistico Avis si è trasformato di recente nel Doglio Bike Park, un polo per gli sportivi del comprensorio e non solo.
Poi, va sottolineato che l’indagine è stata molto complessa. Per identificare i colpevoli, i carabinieri forestali hanno dovuto esaminare pezzo dopo pezzo i due enormi cumuli di rifiuti di circa 10 metri cubi sparsi su decine di metri quadri. Ognuno composto di materiale edile, solventi, vernice e altre sostanze tossiche.
La svolta a Sterleto: nel mucchio vengono trovati pezzi di antiquariato e ceramiche pregiate. Oggetti rari che riescono ad identificare. Caparbi risalgono ai proprietari, gente residente nel nord Europa ma villeggianti d’estate nel comprensorio. Interrogati svelano che questi beni li avevano dati in custodia ad un uomo che li teneva in un capannone industriale a  Pergola. Struttura dove di recente un giovane imprenditore aveva stabilito la sua ditta.
Sequestro veicoli 1I carabinieri forestali a questo punto iniziano a tenere sotto controlli gli spostamenti, cercano testimonianze, fanno ricerche documentali fino ad ottenere le prove che, per ripulire l’edificio, i tre lo hanno svuotato senza discernimento, non hanno mai chiamato ditte specializzate nello smaltimento e, nemmeno a titolo privato, hanno bussato ai due centri ambiente a loro disposizione. Uno si trova a Sassoferrato ed è a servizio del comprensorio sentinate e dei comuni di Arcevia e Genga gestito da AnconAmbiente e un altro a Pergola dall’Asset Pesaro. Appurano che sono gli stessi ad avere abbandonato rifiuti anche a Sterleto, ragion per cui è stato aperto un altro fascicolo presso la Procura di Pesaro.
Verbalizzazione sequestriI carabinieri forestali, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica di Ancona, hanno denunciato i tre in concorso per abbandono di rifiuti speciali pericolosi ai sensi del Testo Unico Ambientale e sequestrato i due autocarri della ditta con cui si ritiene abbiano effettuato gli abbandoni. Rischiano una pena fino a due anni di arresto, l’ammenda fino a 26mila €, e dovranno procedere a bonificare le aree compromesse. I Forestali inoltre hanno posto al vaglio dell’Arpam l’eventuale inquinamento del suolo e dell’ecosistema provocato dagli agenti chimici presenti tra i rifiuti. Il che comporterebbe pene ben più gravi.
Véronique Angeletti@civetta.tv

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