A #Sassoferrato e #Genga, disguidi e disservizi : il postino non suona mai due volte

Sassoferrato – Da almeno due settimane, si moltiplicano i disservizi nella consegna della posta nel sentinate e nel comprensorio gengarino. Lettere, bollette, cartoline, giornali, pubblicità consegnati a numeri civici sbagliati addirittura in frazioni distanti l’una dall’altra.

«Ho pagato in ritardo l’elettricità – spiega una signora di Rotondo – perché la bolletta non mi è stata mai recapitata. Per sbaglio è stata imbucata nella cassetta di una casa di villeggiatura a Cabernardi. A questo punto mi chiedo chi sta leggendo il settimanale diocesano “l’Azione” a cui sono abbonata visto che la scorsa settimana non mi è mai arrivato».
Un errore purtroppo abbastanza frequente. «Gianni, mio marito – afferma con ironia Maria Paola che vive in via Cesare Battisti – è diventato il nuovo postino del quartiere. Sembra che abbiano preso l’abitudine di consegnarci sei, sette, otto lettere tutte insieme indirizzate ai nostri vicini che, per senso civico, immediatamente andiamo a recapitare». Disservizi che accomunano i quartieri popolosi come la Marena, frazioni importanti come Osteria di Colleponi o paesi dimenticati.

«Già non è stato facile – spiega una coppia che vive a San Mariano, cinque anime per una ventina di case – accettare che la posta passi una settimana il lunedì, il mercoledì e il venerdì e quella seguente solo di martedì e di giovedì. Anche se ormai la consegna tempestiva della posta non è più determinante : inviti ed avvisi spesso sono materie di email e ci sono i pagamenti in automatico. Tuttavia – insistono – esiste una corrispondenza sensibile che non è affidata necessariamente al sistema della raccomandata e che disturba saperla consegnata altrove. Resoconti bancari, cartoline, comunicazioni istituzionali che fanno parte della privacy». Finora a chi è andato a bussare agli uffici postali in Castello o in via Rossini per restituire la posta recapitata ad indirizzi sbagliati, è stato spiegato che «una riorganizzazione è in corso», che i postini «vengono da un’altra città e sono poco pratici dei luoghi».

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