I sepolti vivi: a sessant’anni dalle lotte in miniera
|Alla parola d’ordine “Coppi maglia gialla” scritta sul fianco di un vagoncino che portava in superficie il minerale estratto, il 28 maggio 1952 circa 400 operai, come protesta, decidevano di occupare la miniera di Cabernardi e Vallotica. Infatti, il 3 maggio dello stesso anno, la Montecatini, che dal 1917 vantava la proprietà del sito minerario, aveva stabilito di licenziare 860 operai e la progressiva riduzione dell’attività estrattiva, giustificando il provvedimento con il graduale esaurimento del minerale. Già nella prima Conferenza di produzione di Cabernardi (2 luglio 1950) i minatori avevano chiesto l’attuazione di un piano organico di ricerche nella zona, avevano denunciato lo sfruttamento a “rapina” del giacimento e avevano proposto l’impiego di metodi più moderni per la fusione dello zolfo.
Il 15 luglio 1951 si era tenuto il convegno sulle risorse zolfifere delle Marche e della Romagna ed il 22 luglio dello stesso anno a Pesaro c’era stata la Conferenza degli Zolfi, in cui vennero puntualizzati i problemi del settore e le condizioni di lavoro e di vita dei minatori e delle loro famiglie.
L’occupazione della miniera durò per quaranta giorni e quaranta notti consecutivamente, durante i quali la Montecatini notificò 550 licenziamenti.
Il 5 luglio 1952, alle ore 9,30, dopo lunghe trattative, i minatori uscirono dal sottosuolo: ad aspettarli c’erano i loro familiari e l’intera popolazione, che per tutta la durata dell’occupazione li avevano sostenuti, e l’illusione di aver ottenuto il riconoscimento di almeno parte delle rivendicazioni. Della lotta dei minatori di Cabernardi se ne parlò in Parlamento e a livello di governo ed ebbe vasta eco sulla stampa.
Numerosi furono anche gli interventi di personalità a livello locale e nazionale tra cui quello del segretario generale della C.G.I.L. di allora, Giuseppe di Vittorio, giunto a Cabernardi per sostenere la lotta dei minatori.
Il destino della miniera e dei minatori era invece segnato. Seguirono i licenziamenti e l’emigrazione di massa in altre località.
A Cabernardi restarono solo gli operai indispensabili per procedere al lavoro di smantellamento e di messa in sicurezza dei luoghi, Vennero riportati in superficie i materiali in buono stato, smontate recuperate le linee elettriche, i tralicci in ferro, gli argani, i motori, i binari. Infine si passa alla chiusura dell’imbocco delle discenderie e dei due pozzi principali.
Il 5 maggio 1959 la miniera di Cabernardi viene chiusa definitivamente
In occasione del 60° anniversario, l’Associazione Culturale “La Miniera” onlus di Cabernardi in collaborazione con il Comune di Sassoferrato, l’Ente Parco dello Zolfo delle Marche e l’Associazione Palio della Miniera di Zolfo, con il patrocinio della Regione Marche e della Provincia di Ancona, e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, ha organizzato una serie di eventi per celebrare quel momento tanto determinante nella storia locale della zona.
In coincidenza con il giorno in cui i minatori lasciarono il 13° livello dopo 40 giorni di occupazione, giovedì 5 luglio alle ore 21,30 si terrà presso i locali del Circolo Acli Ex Minatori di Cabernardi, il concerto del Gruppo Corale Città di Sassoferrato. Al termine, verrà inaugurato il nuovo allestimento fotografico del locale Museo Comunale della Miniera di Zolfo e la mostra fotografica “La Lotta dei sepolti vivi nella cronaca dell’epoca” dedicata agli articoli di giornali e riviste che diedero eco agli eventi dell’epoca.
Domenica 8 luglio, le celebrazioni continueranno, alle ore 11.00 con la Santa Messa presso la Cappellina di Santa Barbara, mentre nel pomeriggio, presso il Circolo Acli Ex Minatori si svolgerà il convegno dal titolo “Dal 13°livello ieri, le nuove opportunità oggi” al quale interverranno la prof.ssa Paola De Salvo della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Perugia e il prof. Gian Paolo Borghi, ex Direttore del Centro di Documentazione Storica – Centro Etnografico del Comune di Sassoferrato.
Verrà inoltre presentato il volume a cura dell’Associazione Culturale “La Miniera” onlus di Cabernardi dal titolo “Lo scrigno dei ricordi prosegue… racconti della nostra gente”. Concluderà Oreste Aniello con la lettura di poesie e ricordi della miniera.