Il comune di Cupramontana festeggia Luigi Bartolini

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Il Comune di Cupramontana, paese natale di Luigi Bartolini (Cupramontana 1892–Roma, 1963) a cinquant’anni dalla scomparsa, si appresta a promuovere una serie di iniziative per contribuire a far conoscere e apprezzare alcuni aspetti dell’opera del grandissimo incisore, pittore, poeta e scrittore di successo: una figura centrale del 900. Il programma prevede il coinvolgimento di giovani artisti, di altri Comuni interessati a valorizzare un “paesaggio ideale”, non solo geografico, che l’opera di un originale poligrafo come Bartolini ne racchiude l’essenza.
Programma

15 giugno 2013, ore 21
Cupramontana, piazza IV Novembre
Dino Mogianesi. Luigi Bartolini, un amante del proprio mondo. Introduzione all’opera poetica e narrativa di un protagonista del 900.Mauro Pierfederici. Letture di poesie e racconti brevi di Luigi Bartolini. Marco Santini. Accompagnamento musicale.

8 – 12 luglio 2013
Oltre le tracce. Omaggio a Luigi Bartolini. Incisori nuovi tra sperimentazione e tradizione. Laboratorio aperto.
Dodici giovani incisori preventivamente selezionati, provenienti da varie località della regione, si ritroveranno nei suggestivi ambienti delle Grotte di Santa Caterina di Cupramontana per partecipare al laboratorio aperto ideato e coordinato da  Ezio Bartocci e condotto dallo stampatore urbinate Gianfranco Ceccaroli per realizzare le loro opere calcografiche con le tecniche tradizionali (punta secca, bulino, acquaforte e acquatinta) o attraverso altre tecniche sperimentali. Passati alle fasi di stampa gli autori tireranno al torchio 5 esemplari a buono di ogni incisione impressa su carta filigranata realizzata per l’occasione dal Museo della Carta e della filigrana di Fabriano. Le incisioni presentate in mostra, fuori commercio, destinate alle raccolte dei promotori, saranno riprodotte in un opuscolo, insieme ai dati dei partecipanti e alle descrizioni delle tecniche adottate.
Tutte le fasi del laboratorio, data la vastità degli ambienti, potranno essere seguite dai visitatori interessati che avendo libero accesso potranno conoscere dal vivo, e anche attraverso un documentario, le caratteristiche tecniche, le fasi di preparazione delle matrici e la particolarità della stampa calcografica.

20 luglio – 14 agosto 2013
Cupramontana, Palazzo Leoni (Museo dell’etichetta)
Mostra delle opere calcografiche  Oltre le tracce e delle incisioni di Bartolini della raccolta civica, donazione Livio Gagliardini.

Sabato 3 agosto, ore 18
Cupramontana, Eremo dei Frati Bianchi. Ezio Bartocci e Fabio Ciceroni. Il mondo narrativo dell’artista tra scrittura e grafica. Fiammetta Luino. Presentazione della sua tesi di Laurea Le incisioni di Luigi Bartolini, discussa alla History of Art dell’Università di Cambridge. Mauro Pierfederici  legge L’eremo dei Frati Bianchi di  Luigi Bartolini.

17 – 31 agosto 2013
Fabriano, Galleria Monumentale del Complesso San Domenico Mostra delle opere calcografiche Oltre le tracce.

 

Luigi Bartolini nasce a Cupramontana l’8 maggio del 1892 da Giuseppe e Vittoria Bonci. Studia a Jesi, dove consegue la licenza tecnica nel 1907. Si trasferisce a Siena, dove si iscrive all’Istituto di Belle Arti ottenendo il diploma e l’abilitazione all’insegnamento del disegno nelle scuole tecniche.
La famiglia si trasferisce da Cupramontana a Macerata in via Mozzi. Nel 1909, esegue la prima incisione, La lanterna. Trasferitosi a Roma, frequenta l’Accademia di Belle Arti e le lezioni di anatomia.
In questo periodo, scopre le incisioni di Goya. Tra il 1913 e il ’14 è a Firenze per seguire le lezioni di architettura, anatomia e del nudo annesse all’Accademia. Resta colpito dalle incisioni di Fattori mentre, agli Uffizi, studia i disegni degli antichi maestri e le acqueforti di Rembrandt e Callot. Nell’estate del ’14, rientra a Macerata, dove riprende a incidere: La pacca di maiale, Filare di viti, Case di Macerata, Gli alberi giovani, Donne a Fonte Maggiore…
Chiamato alle armi, combatte sul Carso e sul Piave come ufficiale di artiglieria. Congedato con medaglia al valor militare, nel ’19 rientra a Macerata, dove riprende la sua attività artistica di incisore.
Contemporaneamente, scrive, dipinge e inizia la sua attività di insegnante di disegno. Nel 1923 partecipa all’esposizione degli Amatori e Cultori, ma l’affermazione come incisore arriva nel 1924 con le mostre presso la Casa d’Arte Bragaglia e la Casa Palazzi di Roma. Nel 1925 è presente alla II Biennale romana, dal 1928 al 1936 alla Biennale di Venezia. È considerato, insieme a Morandi, con il quale intrattiene una fitta corrispondenza il maggior incisore italiano. Eclettico, originale e animato
da una forte vena polemica Bartolini attraversa la sua epoca in piena indipendenza. Questa autonomia intellettuale ed artistica si riflette nell’opera incisoria, con un’estrema varietà d’esiti:  “si sa che io non ho fatto molto; e che ho, anzi, inciso una dozzina di acqueforti – che come tutti dicono, oramai – rimarranno. Ma, a cattivo compenso e per scarico di superbia, vi dichiaro che per inciderne dodici buone, ne ho incise trecento cattive (…)”.
Le geometrie delle campagne marchigiane tanto amate (gli insetti, gli uccelli, i fiori di campagna), i temi della vita semplice e quotidiana, l’asprezza espressiva, la purezza del colore suggeritagli (come lui stesso diceva) da Van Gogh, rendono i suoi lavori perennemente in equilibrio tra dolcezza e asperità. La produzione letteraria è raccolta nei volumi  Passeggiata con la ragazza (Vallecchi, 1930), Il ritorno sul Carso (Mondadori, 1930), Polemiche (1940), Vita di Anna Stickler (Tuminelli, Roma, 1943), Credo d’artista (1945), Il fallimento della pittura (1948), Poesie 1911–1963 (1964).
Emilio Cecchi osservò una volta “come gli basti buttare sulla pagina qualche rozza parola “vino, amore, donna”, per evocare presenze tanto più vive fragranti, complete che in autori maturi e consapevoli i quali non adoperano la realtà se non in via di mediazione”. Bartolini ha scritto parecchie pagine indimenticabili ed un romanzo, Ladri di biciclette, che sarà uno spunto da De Sica per l’omonimo film (1948), capolavoro del neorealismo. Senza dubbio però la sua straordinaria vicenda artistica è segnata soprattutto dalle sue grandi doti di incisore. I suoi lavori incisori emanano i profumi, l’umore, il senso delle Marche. Anche quando rappresentano altri paesaggi, cose e situazioni, è chiaro che Bartolini li vede trasfigurati e riconducibili a quel paradiso della natura marchigiana, che fu sempre dentro la sua memoria e la sua anima, come valore radicato e insopprimibile.
Morì a Roma il 13 maggio del 1963.

 

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