Dieci anni di premio Monte Strega e non sentirli
|SASSOFERRATO – Commovente, magico, a tratti inaspettato, il premio Monte Strega, edizione 2015, organizzato dall‘Associazione Sassoferratesi nel Mondo, sabato 8 agosto sul sagrato della bella Chiesa di San Francesco. Un luogo che, finora, salvo la rappresentazione dal vivo della Passione a Pasqua, non era stato mai sfruttato come palcoscenico e che, addobbato dalle mani esperte delle fioraie del paese, La Primavera e La Clorofilla, si è conquistato di getto un posto nella top tre delle piazze estive del paese. Il che, già di per sé, fa guadagnare un’ulteriore punto all’associazione che festeggia quest’anno i suoi primi dieci anni. “Ero ancora assessore – commenta il sindaco Ugo Pesciarelli, nei suoi saluti – quando per la prima volta vi siete presentati all’amministrazione comunale. In dieci anni, siete diventati un luogo di confronto e di approfondimento ed uno straordinario ed efficace strumento di comunicazione verso i soci e all’esterno.” Un modo per sottolineare quanto l’associazione ha lavorato bene ed ha saputo conquistarsi un ruolo da protagonista nel tessuto sociale del paese aiutando a ricostruire quel prezioso ordito tra i sassoferratesi che vivono e frequentano Sassoferrato e quelli andati altrove e ritornano nel paese del Salvi saltuariamente o di rado.
Un ‘associazione nata per “promuovere la conoscenza, la conservazione, la diffusione dei valori tradizionali, culturali, turistico – ambientali della città di Sassoferrato e del territorio sentinate” che sta perfettamente raggiungendo i suoi obiettivi, sopratutto, questi ultimi anni, premiando chi è emigrato e si è distinto con la forza delle idee e dello studio ma anche chi si è ritagliato un angolo di cielo con la forza delle mani e del suo sudore. Un bell’evento, sotto un cielo stellato, con una presentatrice, Cinzia Vitaletti, che tra riflessioni serie ed una bella ironia ha saputo traghettare i quattro premiati tra i meandri dei loro ricordi e la visione che hanno della Sassoferrato odierna e sopratutto è riuscita ad essere per ognuno un valido interlocutore.
Quattro i premiati di quest’anno.
Francesco Tosoni Gradenigo, 89 anni. Vive a Mirano – Venezia, ha trascorso a Sassoferrato la sua adolescenza frequentando le scuole locali. Laureato in Medicina e Chirurgia a Padova dove ha svolto tutta la sua carriera ospedaliera. Ha dato alle stampe numerosi volumi, tra i quali quattro dedicati a Sassoferrato.
Nazzareno Azzeri, 69 anni, nato a Sassoferrato, laureato in Fisica. Vive in Germania. Dopo molti anni di lavoro con ruoli dirigenziali presso le maggiori società siderurgiche italiane, in particolare l’Italsider, è oggi consulente e supervisore di rilevanti progetti e di innovatrici ricerche, sempre in campo siderurgico.
Franco Pagliarini, 86 anni, nato a Sassoferrato, laureato in Giurisprudenza. Vive a Roma. Ha svolto una carriera dirigenziale presso la Cassa di Risparmio di Roma. Nel 2009 ha donato al Comune una preziosa raccolta di incisioni di artisti marchigiani che, a breve, arricchirà di una ulteriore donazione giungendo a ben 663 opere.
Luca Mancioli, nato nel 1992 a Rotondo. Atleta della Federazione Sport Disabilità Intellettiva. Ha iniziato la sua attività nelle corse veloci da pochi anni, ottenendo due titoli di campione del mondo sui 100 e sui 200 metri. Detiene il record del mondo 200 metri con un ottimo 29″37 e il record italiano sempre nei 200 con 31″37. E’ venuto affiancato dal presidente David Alessandroni della Mirasole di Fabriano e dal Presidente Federale della Fisdir Marco Borzacchini.
Véronique Angeletti
Riflessioni…
Speciale, la scelta dell’associazione di premiare Luca, il campione di Rotondo, detto il Mancio. Speciale perchè Luca è speciale. E’ dolce, gentile, disponibile, spontaneo. Andrà a difendere il tricolore in Africa del Sud, ai campionati mondiali, e, dotato come è, è più che probabile che porterà la nostra bandiera sul podio. Premiando Luca, un ragazzo “Down”, l’associazione ha lanciato una riflessione ai genitori e ai ragazzi. Luca è uno che corre. Anzi è uno che sa correre. E lo ha scoperto perché qualcuno, all’Agraria di Fabriano, la professoressa Patrizia Paleco, ha intuito le grande capacità di quel piccolo ragazzo caparbio. Certo, c’entra, e molto, la pazienza e la dedizione della mamma Dea, della sorella Alessandra e del Babbo Renato, ma sopratutto c’è lui, Luca. Ed è lui a dare una grande lezione di vita ai nostri ragazzi. A loro, i cosiddetti “normodotati”, che hanno tutto e si lasciano sommergere da dettagli e momenti futili e, tante volte, sono i primi a non volere coltivare i propri talenti. Mentre Luca, lui si che lo sa fare. Perchè lui è uno che va diritto al sodo. Dopo tutto quando alla premiazione, Cinzia Vitaletti gli ha chiesto che cosa faceva nella vita , Luca ha risposto: “Io? Faccio il bidello”. Dando, con la sua semplicità, lettere di nobiltà ad una fondamentale ruolo che si vorrebbe mascherare sotto le vesti di un qualunque “collaboratore scolastico”.