Pergola, Frontone, Cagli, Cantiano, Serra Sant’Abbondio di nuovo dimenticati!
Sei in un paese meraviglioso. Non è il titolo di un film ma quello del pannello che l’Anas da un pò di tempo ha finanziato e posizionato nelle stazioni di benzina tra Cattolica e Pesaro e tra Pesaro e Fano. Mirano ad invitare il turista a fermarsi lungo l’asso viario e scoprire le meraviglie del lato Nord delle Marche. Lo fa con un pannello dettagliato dove è quantificato il tempo necessario.
Segnala che all’uscita dell’autostrada, c’è la Fano romana, che richiede una visita di 3 ore.
C’è Sant’Ippolito, il paese degli Scalpellini, che impegna mezza giornata.
C’è Senigallia, che necessita di non meno di due giorni, con i Della Rovere e le Rocche.
Ci sono i Canyon di Fossombrone, itinerario lungo un giorno, che americanizza la nostra Gola del Furlo. Poi, per suggellare il tutto, un bel’itinerario enogastronomico incentrato sul Verdicchio e la Lacrima.
L’iniziativa è interessante. Sopratutto perchè c’è una immensa mappa dove il turista può vedere
che, oltre a quello proposto ed in dettaglio, c’è ancora tanto altro da vedere con un sistema di cartoline invitante. Ostra, Suasa, Corinaldo, San Lorenzo in Campo, Mondavio, Fossombrone, Marmitte dei Giganti, Acqualagna e si segnalano i paesi di Serra De Conti, Montecarotto ed Ostra Vetere ed ovviamente Fano, Senigallia, Sant’Ippolito. Non manca più nessuno ? Purtroppo si. Tutta l’Alta Valle del Cesano: Pergola e i suoi Bronzi Dorati, Serra Sant’Abbondio e il suo monastero di Fonte Avellana, Frontone ed il suo meraviglioso castello. Mancano Cagli e Cantiano. Certo tutto non si poteva mettere. Un taglio doveva essere dato. L’Anas non ha deciso da sola ma con l’aiuto di consulenti in enogastronomia della Slow Food e per i paesi del Touring Club Italiano. E da chiedersi quale criterio sia stato utilizzato. Di sicuro non è stato una questione di manto stradale!
Véronique Angeletti
Per approfondire…
Il gruppo bronzeo, che da quasi 70 anni affascina visitatori provenienti da tutto il mondo e che è composto da due uomini a cavallo e da due donne in piedi, è realizzato con la tecnica della fusione a cera persa ed è uno dei rari gruppi bronzei giunti praticamente intatti dall’antichità fino ai giorni nostri, sopravvivendo alle fusioni di materiali metallici largamente effettuate in epoca medievale.
Il ritrovamento avvenne nel giugno del 1946 in maniera del tutto fortuita, in località Santa Lucia di Calamello, nella Parrocchia di Cartoceto nel Comune di Pergola (Pu); dal canonico Giovanni Vernarecci venne segnalata la scoperta di alcune centinaia di frammenti di bronzo dorato che, dopo quasi 40 anni di restauri, furono mostrati al pubblico secondo la ricomposizione che possiamo ammirare oggi.
L’identificazione dei personaggi è da anni oggetto di studio. Inizialmente individuati come membri della famiglia imperiale giulio-claudia e databili tra il 20-30 d.C., secondo le ipotesi più recenti sembrerebbero invece essere di poco più antichi e riconducibili alla seconda metà del I secolo a.C.; si tratta certamente dei componenti di una famiglia d’alto rango, probabilmente legata ad una delle città romane che sorgevano nelle vicinanze del luogo di rinvenimento. Le ipotesi di identificazione spaziano infatti tra la nobile stirpe dei Domizi Enobarbi e la possibilità che si tratti della coppia composta da Marco Satrio (senatore e patrono di Sentinum) e Lucio Minucio Basilo (originario di Cupra Maritima e futuro cesaricida). Di recente è stata anche avanzata dal dott. Mario Pagano, Soprintendente per i Beni Archeologici delle Marche, l’ipotesi secondo la quale le statue rappresenterebbero i membri della famiglia Murena, Lucio Licinio Varrone Murena, accusato di aver cospirato contro l’imperatore Augusto, suo padre, e Terentia sorella adottiva di Lucio.
Anche sul luogo in cui il gruppo doveva essere collocato ci sono ancora diverse ipotesi, dal momento che è stato rinvenuto fuori da qualsiasi contesto urbano, non molto distante dall’intersezione tra la via Flaminia e la via Salaria Gallica.
Una delle teorie più interessanti è che il gruppo fosse collocato nel centro della vicina Sentinum, dove peraltro è stata attestata l’esistenza di una fonderia i cui resti di lavorazione (visibili presso il Museo Civico Archeologico di Sassoferrato) farebbero propendere per l’ipotesi che il gruppo sia stato lavorato proprio nella bottega sentinate.
Pamela Damiani