Albertino Castellucci

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Nasce nel 1910 a Monterosso.Quella dei Castellucci è una stirpe solida; è lì la loro casa, cattolica per convinzione, ed è lì probabilmente la loro stessa radice. Compie il ciclo medio degli studi presso i Collegi Salesiani di Gualdo Tadino e di Perugia, ricavandone un’impronta di grande significato da cui riceverà sostegno nelle sue battaglie politiche. Lo studio lo orienta prima verso un diploma in agrimensura e successivamente come commercialista dopo il conseguimento della Laurea in Scienze Economiche Albertino Castellucci trascorre i suoi primi anni di impegno pubblico inserendosi nelle ACLI, nella Coldiretti, nell’Azione Cattolica e nel Comitato Civico, scelta difficile, ma alla quale non vuole sottrarsi; seguiterà ad essere un cattolico d’azione. Nel 1945 sposa, Elisa Melchiorri, dalla quale avrà cinque figlie. Nel ’44 nasce in Italia la Coldiretti, e nel ’46 Castellucci è il fondatore della Sezione di Ancona, successivamente quella di Sassoferrato e via via sarà costantemente impegnato in questa Confederazione unitamente a quelle delle ACLI e CISL poi. Saranno da ora in poi anni di grandi battaglie e contrapposizioni sulle problematiche agrarie specie con gli schieramenti di sinistra.
Saranno queste, soprattutto, le tematiche che lo porteranno (1958) da li a poco a dibattersi in Parlamento dove verrà riletto per cinque legislature, ultima della quale nel 1978. Farà parte dell’Esecutivo per sei mesi ricoprendo la nomina di Sottosegretario al Ministero della Marina Mercantile. Molti suoi colleghi, politici importanti lo definiranno, commemorandolo “L’uomo dalle mani pulite, fustigatore dei facili e dubbi profitti”. Morirà ad Ancona il 15 maggio 1980. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Camporè, sotto lo Strega, in faccia alla montagna sulla quale aveva combattuto.
Viene eletto nel ’51 Sindaco di Sassoferrato, carica che terrà fino al 1970 con varie interruzioni, per poi riaverla dal 1972 al ’1975. Molte sono le opere realizzate nel suo primo mandato: la circonvallazione del Castello, correzione di tratti pericolosi sulle strade di Montelago e Monterosso, copertura fiume sanguerone, realizzazione campo sportivo, opere acquedotto cittadino, edifici scolastici nel circondario. Il bilancio chiude in pareggio. Nel 1956 due eventi di elevato spessore: crisi del Pastificio Giacani e contrapposizione all’interno della Giunta tra Democristiani e Repubblicani. Castellucci si dimette. Dopo 9 mesi, già deputato della Repubblica, tornerà ad occupare la carica di Sindaco (2/09/58) creando un alleanza con i socialdemocratici.Nel 1959 è tra i promotori delle imponenti celebrazioni Bartoliane. Nasce in questo stesso anno l’Istituto Internazionale degli Studi Piceni e Castellucci assume la Vicepresidenza. Sarà l’avvio di molte iniziative culturali (Premio Salvi/Piccola Europa; Strutture Museali), grazie all’impulso di uno dei suoi più validi collaboratori Padre Stefano Trojani. Tutte occasioni di crescita riflesse al Comune. Riesce ad ottenere oltre un miliardo di sovvenzionamenti per la realizzazioni di opere pubbliche: cantieri di lavoro, rimboschimenti, scavi a Sentinum, Colonia di Montelago. Il 6/11/60 viene riletto Sindaco. Saranno quattro anni di clima più disteso. Nel ’62 presiederà un vertice di Sindaci nel circondario della fascia appenninica per il recupero di aree montane depresse. Dal ’60 al ’64 entrano in funzione 8 nuovi stabilimenti tra i quali, due calzaturifici e dall’Amico Merloni, lo stabilimento Ariston. I cittadini premieranno queste scelte e Castellucci verrà rieletto 1° cittadino nel 1965 dove formerà una Giunta Monocolore. Da qui agli anni ’70, avvalendosi anche di aiuti governativi Sassoferrato si afferma nodo propulsore di studi e idee. Nasce la Galleria d’Arte moderna, si crea il gemellaggio con Montegranaro, si costruisce la nuova Pretura, il Liceo Scientifico, si realizzano molte opere pubbliche, il programma edilizio si espande. Si valorizza le aree turistiche anche per l’interessamento dell’Assessore Provinciale Gregorio Castellucci. Parco dei Daini, variante di Rotondo per il collegamento al Santuario del Cerro, l’Istituto Professionale Artistico, la nuova Caserma dei Carabinieri, le Poste e la nuova Pretura. Albertino Castellucci lascia definitivamente la guida del Comune nel 1975. Anche successivamente, dal Parlamento e dal Governo testimonianze concrete affermeranno ancora l’attaccamento alla sua Sassoferrato, un paese di cui, prima che amministratore, fu responsabilmente cittadino.

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