Padre Antonio Lisandrini
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Il “Demostene del XX secolo”.
Laureato all’Università Cattolica di Milano con una tesi su Spinosa, insegnò Filosofia nell’Università di Urbino, di poi sociologia ed eloquenza sacra, rispettivamente nel Pontificio Ateneo Antoniano e nell’Università Luterana di Roma. Fu consultatore nel Sinodo Romano e membro di una commissione preparatoria del Concilio Ecumenico; nell’ordine a cui apparteneva rivestì vari incarichi che assolse con impegno e competenza. Fu locatore assiduo alla Radio Vaticana e alla Rai. Le sue più grandi trasmissioni sono state le radiocronache dei funerali di Pio XII e dell’incoronazione di Giovanni XXIII.
Alla televisione curò documentari di grande interesse religioso e culturale, come gli “Atti degli Apostoli” e “Attraverso la Bibbia”; fu attivo parlatore anche presso diversi centri televisivi degli Stati Uniti. L’oratoria fu la sua grande vocazione, raggiungendo le più alte vette della comunicazione di massa e rinnovando i modi di pensare e la trattazione di dottrine religiose e sociali.
Attraverso la predicazione si affermò come uno dei più affascinanti protagonisti della storia cattolica del XX secolo in Italia, qualificandosi come una delle punte di diamante del rinnovamento politico-religioso della società italiana, in cerca, dopo la funesta parentesi della seconda guerra mondiale, di una nuova immagine e di un nuovo assetto.
Con una predicazione del messaggio evangelico forte e convinta, con una straordinaria simpatia umana e religiosa, raggiunse il cuore e l’intelligenza delle masse aprendole alla proposta di rinnovamento del pensiero politico e della pratica religiosa e sociale della Chiesa. Per la notorietà delle sue doti oratorie fu chiamato ha svolgere il ministero in tutta Italia, in Germania, Inghilterra, Egitto, Argentina e in molti stati del Nord e Sud America; a Buenos Aires, in una circostanza ebbe un milione di uditori; negli ultimi anni predicò in India, in Giappone, a Formosa; parlò più volte nei più grandi teatri d’Italia e di altri paesi, in sedi universitarie. Sentì profondamente gli ideali della libertà e della giustizia sociale, combattè ogni forma di violenza, mettendosi anche a fianco delle formazioni partigiane delle nostre montagne. Amò profondamente la sua e nostra città di Sassoferrato; per esprimere questo sentimento coniò una parola di grande forza e vita: la “Sassoferratesità”.